La festa di San Martino

La festa di San Martino è una ricorrenza celebrata in tutta Italia l’11 novembre, caratterizzata da diverse usanze regionali. Questa ricorrenza è legata alla figura di San Martino di Tours e alla tradizione che racconta di come Martino, soldato dell’impero romano, durante una ronda notturna nell’inverno del 335 divise il suo mantello con un mercante seminudo. Dopo quella notte (grazie anche ad un sogno in cui Gesù è vestito con la metà del suo mantello militare), Martino si convertì al cristianesimo. Spesso questa ricorrenza è legata alla prima spillatura del vino novello. E può capitare talvolta che nel periodo prossimo al giorno 11 novembre si possa godere della Estate di San Martino, ovvero giornate un po’ più tiepide.
In questa data però si concludeva l’annata agraria e ai tempi in cui vigeva nelle campagne il contratto di mezzadria era proprio a San Martino che le famiglie dei mezzadri traslocavano da una cascina ad un’altra in tutta la Pianura Padana. Fare San Martino significa ancora oggi “cambiare lavoro e luogo di lavoro”.
Era tradizione che l’anno lavorativo dei contadini terminasse agli inizi di novembre, dopo la semina del grano (altro proverbio, ma questa volta calabrese: A San Leonardo, semina che è tardo (San Leonardo cade il 6 novembre).
Qualora il datore di lavoro, proprietario dei campi e della cascina, non avesse rinnovato il contratto con il contadino per l’anno successivo, questi era costretto a trovare un nuovo impiego altrove, presso un’altra cascina. All’epoca, il contadino abitava sul luogo di lavoro in un’abitazione messa a disposizione dal padrone del fondo agricolo. Un cambio di lavoro comportava quindi un trasloco per il contadino e la sua famiglia. La data scelta per il trasferimento era quasi sempre l’11 novembre.
Un riscontro storico della diffusione di questa locuzione è legato alla battaglia di Solferino e San Martino. Si tramanda che il re Vittorio Emanuele II, preoccupato per l’andamento della battaglia di San Martino (che si sarebbe svolta il 24 giugno del 1859), si fosse rivolto (in dialetto piemontese) ad una formazione di soldati piemontesi della Brigata “Aosta”, di passaggio da Castelvenzago, con la celebre frase: «Fieuj, o i pioma San Martin o j’auti an fa fé San Martin a noi!» («Ragazzi, o prendiamo San Martino o gli altri fan fare San Martino a noi!»). La battaglia ebbe esito positivo per i piemontesi che vinsero la seconda guerra di indipendenza!

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